11 maggio 2023

Dalida, per il suo modo di attraversare la storia, d’illustrarne i cambiamenti, è una  vera eroina dei nostri tempi. La piccola ragazza italiana dagli occhiali spessi, nata in  un sobborgo popolare del Cairo diventata prima Miss Egitto e poi Mademoiselle  Bambino la regina dei juke-box, verrà infine consacrata come la più grande cantante  francese di tutti i tempi. In vita il generale de Gaulle l’aveva insignita della medaglia  della Presidenza della Repubblica, unica donna e unico artista ad averla ottenuta e alla sua scomparsa, Parigi le ha dedicato una piazza: Place Dalida. Alla scoperta del suo busto in bronzo, il giornale Libération scrisse: “Dalida è più presente che mai,  nessuna artista sarà mai così celebre!” È stata contemporaneamente la vamp hollywoodiana tutta lustrini e file di boys e anche la più grande diva mediorientale, per diventare dopo la morte, una figura-culto per una intera generazione. Durante  tutta la vita, dietro la star Dalida, la donna Jolanda ha amato e sofferto  semplicemente, umilmente. Si è donata senza limiti agli uomini della sua vita come a  un pubblico che aveva per lei sempre il “viso dell’amore” vivendo costantemente la  tragedia di essere amata più come artista, che come persona. L’idea dello spettacolo  nasce dal desiderio di farci anche noi sua memoria, e ricordare oltre alla sua vita, le  canzoni che l’hanno resa celebre e che ci hanno appassionato. Abbiamo dimenticato  o trascurato troppo a lungo la storia di una ragazza italiana del sud che è passata alla  storia fuori dall’Italia: nemo propheta in patria? No, forse solo un’artista troppo  scomoda per i benpensanti, o per quelli che dopo il tragico evento di Sanremo,  hanno preferito sacrificarla sull’altare dei non graditi per salvare uno dei business più  redditizi dell’epoca, quello delle case discografiche. Ci piace ricordarla nel suo  infinito repertorio musicale, nel suo sorprendente trasformismo, nel suo misterioso  e affascinante percorso tra arte e amore, malinconico e beffardo, scientificamente  interrotto dalla sua volontà di decidere anche la propria morte.

Cast

Scritto e diretto da Pino Ammendola
con Maria Letizia Gorga
Al pianoforte Stefano De Meo, al violoncello Kyung-Mi Lee, ai fiati Luciano Orologi
Arrangiamenti di Stefano De Meo
Elementi scenici Coreografie Organizzazione Foto Raffaele Golino Jacqueline Chenal PigrecoDelta Cicconi-Le Pera
Produzione Centro Mediterraneo delle Arti

Calendario spettacoli

20:00:00

Regolamento accesso sala:  per ragioni artistiche non è consentito l’accesso in platea a spettacolo iniziato.