Uno spettacolo dedicato ai bambini che siamo stati e che non smetteremo mai più di essere, dedicato soprattutto a chi è sopravvissuto ad un’infanzia della cui sacralità ha conosciuto ben poco.
Una bambina e un bambino diventano grandi partendo dallo stesso cortile, in zona Niguarda.
Stessi presupposti, ma finali diversi.
Arianna Scommegna, vestendo i panni di quella bambina cerca di capire, insieme allo spettatore, se le due storie si siano veramente differenziate o siano stati due modi di vivere lo stesso sconcerto
“Potevo essere io” racconta una storia ma non è uno spettacolo di narrazione pura. Perché in scena ci sono anche quelle persone-personaggi che hanno attraversato la vita dei due protagonisti: un allenatore di kick boxing, una stella emergente del pop croato, un regista di film porno, una merciaia di Casal di Principe, una cartomante del quartiere di Niguarda…
Lo spettacolo racconta tutto questo cercando la lievità, la commedia che irrompe nella tragedia. Un allestimento scarno, le parole, pochi oggetti: il minimo indispensabile per una frontalità assunta senza mediazioni.
Unica concessione: le parole affiancate ad alcuni video, perché certe immagini evocano e insieme aiutano a non mentire. Non proiezioni a tutto schermo, ma accompagnamento intimo su supporti leggeri.
Il bambino che eravamo è lì, sgranato in super 8, mentre guarda dal nono piano di un palazzo senza balconi intere distese di finestre, mentre una voce dice: “Girati, stiamo girando il filmino.Sorridi!”
«Vi è capitato mai – di fronte a una situazione che ha coinvolto qualcun altro – di dire a voi stessi: potevo essere io?»
Renata Ciaravino
Cast
di Renata Ciaravino
con Arianna Scommegna
supervisione registica Serena Sinigaglia
set Maria Spazzi
video e scelte musicali Elvio Longato
luci Carlo Compare
produzione ATIR
Durata spettacolo: 80 minuti senza intervallo