Un conduttore e tre personaggi inviteranno il pubblico a giocare ad una folle partita. Uno strano gioco dell’oca, con pedine umane da far avanzare casella dopo casella verso il suicidio.
Un dottorando, un precario e uno stagista attraverseranno imprevisti, prove collettive e prove individuali con un ritmo comico serrato e pezzi di improvvisazione basati su input che vengono dal pubblico. Vincerà chi accumulando più sfighe accumulerà più “disagio”. Sul piatto l’amore, la paura del futuro, il lavoro, la sessualità, la politica, la solitudine e l’indeterminatezza. Una cinica auto-analisi collettiva che non farà sconti a nessuno, costringendoci a fare i conti con il mondo che abbiamo costruito e la vita che vorremmo.
“Siamo una generazione precaria, mutevole e senza un’etichetta giusta. Non siamo catalogabili. Ci rappresentiamo perché non ci rappresentano. Viviamo un mondo che non contempla ancora il nostro modo di vivere e la nuova società. Viviamo il disagio di essere una generazione di mezzo, non più figli ma non ancora padri. Siamo gli eterni giovani, non più abbastanza giovani da godere degli sconti su trasporti, musei e cinema, ma ancora troppo giovani per essere presi sul serio. Non abbiamo più la paghetta ma non ci danno ancora lo stipendio. Siamo una generazione i cui amici d’infanzia vivono sparsi per l’Europa e per il mondo, alla ricerca di un posto che ci accetti. Siamo quelli che per votare dobbiamo tornare al luogo di nascita, alla residenza fiscale, da mamma e papà. Come nel medioevo torniamo al castello per il censimento, per esprimere con una x su un foglio di carta un parere del quale non importa a nessuno. Vogliamo andarcene via, cercare la nostra America, ma a scuola non ci hanno insegnato l’inglese, e poi siamo affezionati all’italiano. Siamo la generazione che vive in grandi città metropolitane con affitti alle stelle e speculazione edilizia sfrenata, contemporaneamente però nelle nostre città vediamo palazzine abbandonate, solitudine e mancanza di spazi di aggregazione. Siamo la generazione che risparmia sulla spesa per permettersi una birra il sabato sera. Coabitiamo, conviviamo, ci spostiamo, siamo diversamente orientati sessualmente, usiamo il pc. I valori con cui ci hanno cresciuto però sono il matrimonio, il posto fisso e la stanzialità. Siamo quelli che non vedono via d’uscita, o se la vedono sono troppo lenti o pigri per imboccarla. Così abbiamo deciso. Siamo qui per farla finita. Dopodiché, l’emozione di vincere perdendo la vita”
Generazione Disagio
Cast
Generazione Disagio
di e con Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi, Andrea Panigatti, Luca Mammoli
regista e co-autore Riccardo Pippa, co-autore Alessandro Bruni Ocana
scene e costumi, Margherita Baldoni
luci Max Klein
disegni Duccio Mantellassi
produzione Proxima Res
Durata spettacolo: 75 minuti