Il titolo dello spettacolo fa riferimento al più celebre libro scritto da Umberto Eco: La misteriosa fiamma della Regina Loana. Omaggio alla loro grande amicizia, del libro, il monumentale fisarmonicista è anche parte integrante, anima nascosta dell’amico del protagonista del romanzo. Gianni Coscia è ironico e sapiente narratore di fiabe e aneddoti padani e lo spettacolo che lo vede protagonista è una strepitosa raccolta di storie “musicate” in diretta. In breve, una sorta di enciclopedica storia italiana in musica, fatta di poesia, ricordi e citazioni. Qualcosa in cui perdersi e sognare.
Alessandrino doc, nato nel 1931, dopo aver completato studi classici, ha svolto la professione di avvocato per molti anni. Un po’ per fortuna ma innanzitutto per immensa bravura ha poi invece suonato con alcuni fra i più grandi nomi del mondo della musica tout-court degli ultimi sessant’anni. Unico e abilissimo raccontatore in musica e parole di un secolo di vita italiana, Coscia si potrebbe definire quintessenza di intelligenza, eleganza, ironia e soavitudine. Con quella punta di “nebbia” antica che soltanto alcuni padani possono permettersi e che ci rimandano ai grandi, immensi racconti di vita di Umberto Eco e Tonino Guerra e alle affascinanti note del principe Gorni Kramer e di pochissimi altri.
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Scrupolosamente formato alla rigida osservanza della liturgia luterana, il bandoneon – forse con la complicità di un uomo di mare compiacente – fugge oltreoceano e getta la tonaca alla lussureggiante vegetazione d’Argentina. Sedotto dalle flessuose movenze del tango peccaminoso, ne diventa perdutamente e irrimediabilmente alfiere. Molto più modestamente la popolare fisarmonica, facile oggetto di piacere di frettolose bucoliche voglie, rincorre un lento, graduale riscatto. Osa il Conservatorio, incuriosisce la Composizione e tenta – talvolta – L’improvvisazione inventata a New Orleans. Le malinconiche, struggenti evocazioni della “Bravi Alpini” di carsiche, eroiche nobiltà, stimolano la creatività di Hohner fino al raggiungimento dei temperati dodici suoni. Il livello virtuosistico conseguito pare di insormontabili difficoltà. La sorprendente invenzione di uno sconsiderato accolito di discendenti della misteriosa civiltà nuragica raccoglie, nell’altrettanto misteriosa isola, l’improbabile trio in una sorta di festival di ance libere in libertà, brevemente contrappuntato da una indigena voce / sirena ammaliatrice. Il tutto suona nuovo e avviene senza un canovaccio prestabilito, nella più assoluta improvvisazione, con inevitabili bagliori e altrettanti scompensi. Una musica sincera, ingenua, a volte volutamente maliziosa: oppure una musica maliziosa, qua e là permeata di ingenuità. Ricordo un lapidario pensiero di Umberto Eco: “Non c’è nulla di più seducente della malizia quando ha l’umiltà di mascherarsi da ingenuità”.
Gianni Coscia
Cast
racconti e fisarmonica di Gianni Coscia, con Vittorio Albani, distribuzione Pannonica
Durata spettacolo: 60 minuti + eventuale bis
Calendario spettacoli
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