Un viaggio dalle steppe della Russia alle grandi pianure argentine, dall’est all’ovest del mondo: il duo composto da Luca Santaniello, spalla dell’Orchestra Verdi di Milano, e Davide Vendramin, bandoneon, propone un singolare percorso alla scoperta di melodie barocche, danze rumene, canti russi e della musica di Astor Piazzolla.

Alfred SCHNITTKE
Suite in stile antico (1972)

La Suite in stile antico, risale al 1972, fatte salve alcune dissonanze armoniche, potrebbe essere tranquillamente collocata nella letteratura barocca. Tutta la composizione guarda all’antico con il distacco di chi non prova alcun imbarazzo di fronte ai monumenti del passato.
Il tempo d’apertura, Pastorale, è una siciliana, danza in perfetto stile bucolico. Segue un gaio e allegro Ballett, un pas de deux. Il Minuetto colora di malinconia le buone maniere della danza più in voga nel settecento. La Fuga successiva è semplice: due sole voci si imitano, si inseguono, si intrecciano con energia, in maniera più simile a un elementare canone che ad una fuga barocca. Conclude una Pantomima, molto divertente e originale.

Bela BARTOK
Danze popolari rumene (1915)

Le Danze rumene di Bartók risalgono al 1915, vennero scritte dapprima per pianoforte e due anni dopo trascritte per orchestra.
La raccolta di danze rientra nel filone vòlto all’elaborazione di materiale etnico, “autenticamente popolare”, perlopiù ungherese e rumeno frutto dell’attenta ricerca intrapresa da Bartók attraverso approfonditi studi etnomusicologici condotti nelle valli della Transilvania. L’armonia e la melodia risultano inevitabilmente aspre e dure. Delle Danze rumene sono disponibili adattamenti per altri organici ad opera di strumentisti virtuosi; la versione di Zoltán Székely per violino e pianoforte fu autorizzata dall’autore nel 1926.

Igor STRAVINSKY
Chanson russe (1922/37)

La Chanson Russe è un adattamento dell’aria del personaggio di Paraša dalla sua opera buffa Mavra in un atto (1922); una trascrizione per violino e pianoforte venne fatta dal compositore Samuel Duškin nel 1937. Basata su una canzone popolare russa alla quale si uniscono echi di danze popolari, è in tonalità minore ed è pervasa dall’inizio alla fine da un’aura suggestiva, attraversata dal continuo fluire di ricordi malinconici che si esprimono in linee melodiche brevi, di rara bellezza.
Tango (1940)
In questo lavoro, Stravinskij ignora praticamente il ritmo caratteristico del tango, il pezzo è lieve ma affascinante, e il suo appeal commerciale è allo stesso tempo evidente. Per cercare di ripagare al meglio le sue fatiche, Stravinsky trascrisse il Tango per varie formazioni diverse, tra cui una jazz band. Inoltre, autorizzò tre arrangiamenti: due per orchestra da camera e uno per violino e pianoforte.

Astor PIAZZOLLA
Café 1930 (da Histoire du tango)
Escualo
Chiquilin de Bachin

Histoire du Tango è il titolo di una composizione per flauto e chitarra di Astor Piazzolla che in quattro brevi movimenti narra a tappe la storia del tango, dalla sua nascita nei bordelli di Buenos Aires fino all’approdo, nella seconda metà del Novecento, alle sale da concerto.
Café 1930 è il terzo episodio dei quattro previsti, il più struggente, in cui il tango moderno, abbandonando gli esordi popolari, si arricchisce di soluzioni armoniche raffinate. Escualo, dedicato al celebre violinista Fernando Suarez Paz, è un’opera maestra di Piazzolla, di costituzione densa e concisa, in cui il ritmo cambia costantemente ed è un omaggio alla sua grande passione per la pesca allo squalo, che esercitava durante le estati trascorse al largo di Punta del Este, in Uruguay.
Chiquilín de Bachín (Ragazzino del “Bachín) originariamente per voce e strumento, è uno dei pezzi più struggenti del compositore argentino nato dalla collaborazione con il poeta Horacio Ferrer che scrive: “Ragazzino che vende rose di tavolo in tavolo nel ristorante Bachin… Angelo triste dammi un ramo di rose per vendere la mia vergogna…per non aver capito la tua fame”.

Astor PIAZZOLLA
Le grand Tango (1989)
Le grand Tango è stato composto su commissione del violoncellista russo Mstislav Rostropovič e nella sua versione originaria per violoncello e pianoforte venne eseguita per la prima volta proprio dallo stesso Rostropovič nel 1990, successivamente Sofia Gubaidulina trascrisse questo lavoro per violino e pianoforte su richiesta del celebre violinista Gidon Kremer.
Il primo tempo combina incisivi elementi ritmici con ardite dissonanze miste a melodie di canzoni popolari argentine. Il secondo, è un profondo malinconico dialogo tra i due strumenti, dialogo che diviene ardito e ritmico nell’ultimo movimento.

Cast

Luca Santaniello, Davide Vendramin

Calendario spettacoli

20:30
20:30

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