Isolare La Pazzia di Orlando o qualsiasi altro episodio del ciclo dei paladini di Francia, non ha molto senso né sulla pagina né sulla scena. È come strappare un tassello da un grande mosaico, come recidere un ramo da una quercia, l’operazione è di dolorosa evidenza riduttiva: il ramo non è la quercia, il tassello non è il mosaico. A questa sorta di mutilazioni ricorsero gli ultimi maestri pupari tra gli anni cinquanta e sessanta, quando incalzati dall’invasione televisiva, furono abbandonati a loro stessi.

Presentati singolarmente gli episodi, che erano centinaia, non possono rendere l’ampiezza e il respiro del disegno narrativo e drammaturgico nel quale bisogna comprendere la partecipazione popolare, e, per quanto significativi e cruciali, smembrati dall’insieme, essi rischiano di apparire come curiose scaglie folcloriche.

La Pazzia di Orlando è uno dei titoli più cari al pubblico tradizionale ed è il risultato di un ripensamento della struttura narrativa dell’“opra” nato dall’esigenza di adeguare la rappresentazione ad un nuovo pubblico. In questo senso la scenotecnica è stata particolarmente curata ed il succedersi delle scene è misurato sull’effetto e sul ritmo che nella tradizione era diluito nel corso di più episodi. Gli stessi personaggi della storia hanno subito degli interventi, nel senso che la loro caratterizzazione avviene nel corso dell’azione, senza interrompere il flusso narrativo con lunghi monologhi o degli a parte.

Le tecniche narrative, il linguaggio scenico, tuttavia non sono rinnegati, anzi acquistano maggiore evidenza senza per questo snaturarsi

Cast

oprante: Mimmo Cuticchio,
manianti: Giacomo e Tiziana Cuticchio
aiutante di palcoscenico: Tania Giordano
adattamento scenico e regia: Mimmo Cuticchio
musiche originali: Giacomo Cuticchio
violino: Marco Badami
violoncello: Alessio Pianelli
violoncello: Aliya Bakieva
corno: Fabio Piro
sassofono baritono: Nicola Mogavero
luci: Marcello D’Agostino

Calendario spettacoli

20:00
20:00

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