Stagione 2017/2018

Risvegliare questo teatro dal nome antico e un po’ desueto, che da trentatré anni dorme sonni a volte inquieti, come tutti i palcoscenici che soffrono le luci spente, è una sfida culturale, prima ancora che artistica, affascinante. Sia per la sua lunga storia, iniziata a metà dell’Ottocento, sia per l’impresa in sé. Ridare un’anima, un’identità, uno stile, e anche una ragione per esistere e un metodo di lavoro, a questo gioiello restituito alla città di Milano, splendidamente restaurato dall’iniziativa privata, all’insegna di un mecenatismo culturale di stampo rinascimentale, lo è ancora di più.

Cuore pulsante di uno spazio nuovo e ricco di funzioni, il Teatro Gerolamo -nato come teatro per marionette e diventato poi palcoscenico di arti varie- nella sua nuova vita si ispira da un lato alla grande lezione del suo passato, e dall’altro sta con orecchie bene aperte alle voci del presente. Tecnicamente si presenta come un Teatro di Varietà con la “V” maiuscola, nel senso più nobile della parola e nell’accezione più vasta del termine. Il suo stile è quello di un’eleganza naturale, semplice e sobria, e il suo progetto artistico si snoda lungo le linee guida di un’originalità curiosa, abbinata alla qualità delle proposte. Il suo direttore artistico Roberto Bianchin, narratore e giornalista, che arriva dal Teatro La Fenice di Venezia dove è consulente artistico del sovrintendente, parla di “scrigno dei sogni” e di “teatro dell’insolito”.

Sono soprattutto tre i settori di intervento privilegiati: i concerti di musica classica, i monologhi di prosa, i recital di canzoni d’autore. Regolari incursioni sono in programma nei territori della danza contemporanea, del nuovo circo, della musica jazz. Senza tralasciare i segnali della memoria: dal teatro per marionette ai teatri dialettali.

Alcuni spettacoli saranno accompagnati da mostre in tema e giornate di studio, realizzate in collaborazione con il dipartimento di storia dello spettacolo dell’Università degli Studi di Milano.